Questa storia è un po' la mia storia.


L'anno è il 1988, ho compiuto da poco i miei primi 4 mesi di vita quando i miei temerari genitori decidono di approdare a Le Castella, un piccolo borgo della Calabria Jonica in provincia di Crotone, per trascorrere le loro vacanze estive. Le Castella è lontana dalle caotiche spiagge più blasonate del Mar Tirreno come Tropea o Scalea e mostra subito il suo animo selvaggio e la sua bellezza senza tempo. Il luogo ideale per trascorrere una vacanza tranquilla e rilassata e godersi il bellissimo mare o il caratteristico borgo, impreziosito dal Castello Aragonese.

Poteva essere solo una vacanza, e invece qualcosa ha fatto sì che la mia famiglia decidesse di "stabilirsi" a Le Castella tutti gli anni, fino ad oggi. La vita da campeggio tra tende, roulotte, materassini gonfiabili e pisolini sotto l'ombra di un pino ha accompagnato la mia crescita e quella di mia sorella nata qualche anno dopo, regalandoci di fatto una seconda casa, un luogo a noi familiare in cui tornare ogni anno.

Essere un campeggiatore negli anni 90 significava soprattutto fare amicizia col vicino, aiutarsi a vicenda, avere una "comitiva estiva" con la promessa di tenersi in contatto durante l'anno e magari perché no, ritornare l'anno successivo.

È stato così che ho conosciuto Mauro e la sua famiglia. Tenere il conto degli anni della nostra amicizia non è semplice, bisogna andare troppo indietro, i ricordi diventano troppo sbiaditi. Saranno forse... 27 anni.

Ogni anno sapevo di ritrovare lui e la sua famiglia lì in quel campeggio e di poter trascorrere un paio di settimane insieme a loro e a tanti altri amici che negli anni hanno preso strade diverse, ma c'è uno "zoccolo duro" che resiste, che non vuole mettere la parola fine a quei giorni magici trascorsi da tutta una vita.

La mia amicizia con Mauro non si è fermata all'ingresso della Statale 106 appena fuori Le Castella. Ha varcato altri confini, crescere diminuisce le distanze, la tecnologia ci ha resi più vicini e ci sono state di colpo tante improvvise cavalcate in auto tra Roma e Napoli anche solo per mangiare una pizza insieme.

Sono stato il fotografo del suo matrimonio con Valentina e per me in quel momento non poteva esserci onore più grande che essere lì ad immortalare il grande passo del mio più vecchio amico.

L'Estate del 2020 è stata anomala. A causa del Covid-19 ho lavorato di meno e sono rimasto fermo per diversi mesi. È bastato un colpo di telefono: "In che giorni di Luglio ti trovo a Le Castella? Bene, ci vediamo giù."

Non facevo una vacanza a Luglio da almeno 10 anni, a causa del mio lavoro. Ho voluto ritagliarmi una pausa da tutto e godermi qualche giorno di mare. Non sapevo ancora a cosa stessi andando incontro...

Perché Mauro e Valentina adesso hanno due figlie, Margherita e Martina. Avevo già conosciuto la più grande l'anno scorso ma ancora non avevo avuto modo di trascorrere un periodo lungo insieme a loro.

Ho avuto subito la sensazione di aver già visto quelle scene, quelle dinamiche. Come se la storia si stesse ripetendo, 32 anni dopo in quello stesso campeggio fatto degli stessi alberi, gli stessi vialetti e gli stessi profumi due bambine iniziano a conoscere un po' di più il mondo: la scoperta del mare, delle sue insidie, il dormire al fresco sotto gli alberi, i piedi sempre impolverati, il verso delle cicale di giorno e dei grilli di notte, correre appresso alle lucertole, giocare con la sabbia...

Tutte cose che abbiamo vissuto anche noi, allo stesso identico modo. Il soggetto perfetto per una storia. Ho preso la fotocamera e ho iniziato a seguirli quasi 24 ore su 24, cercando di immortalare da un lato la spensieratezza e l'innocenza delle bambine, dall'altro la difficoltà e l'attenzione costante dell'essere genitori di due creature molto piccole.

I capricci sono all'ordine del giorno, le bambine portano via tempo e forze, diventa tutto più difficile, anche solo poter fare due passi in paese o andare a mangiare un panino.

"Ci sono dei momenti in cui le lanceresti fuori dalla finestra", mi diceva Mauro durante i pochi momenti di quiete "Ma poi le guardi, ti sorridono o ti dicono una parola nuova, è impossibile resistere."

Riguardare Margherita e Martina giocare al campeggio ha rievocato in me i ricordi di una vita e la storia che ne è uscita fuori rappresenta molto del mio passato.